La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

GAZA. UNA LUNGA INARRESTABILE SCIA DI SANGUE

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Giungono notizie – da fonti mediche palestinesi della Striscia di Gaza, delle Co-mai, Comunità del mondo Arabo in Italia, e dell’ Associazione dei Palestinesi in Italia (API) – che fanno il punto su quello che è il bilancio delle vittime e dei feriti da marzo scorso a Gaza Est, ai confini con Israele, durante la “Marcia del Ritorno”, che si svolge periodicamente, ai confini della Striscia, ogni venerdì.
Da marzo ad oggi, 230 sono stati in totale i morti, tra cui 3 donne e 34 bambini; i feriti sono più di 16.000, di cui  1950 donne e 4200 bambini, mentre i feriti gravi sono 464, e 5300 quelli colpiti da proiettili. Il bilancio riguarda anche le squadre mediche, che sin dai primi giorni delle manifestazioni sono state presenti per soccorrere feriti e intossicati : 80 ambulanze sono state danneggiate, 394 operatori sanitari sono rimasti feriti, e 3 sono morti. Infine anche i massmedia sono stati interessati: 182 giornalisti ,di vari Paesi, sono rimasti feriti, e 2 sono morti.
“Siamo molto addolorati per queste vittime e angosciati per tutta questa situazione”, commenta il Prof.Foad Aodi,medico fisiatra, fondatore e presidente delle Co-mai. “Da marzo scorso, ai confini della striscia di Gaza, quasi ogni venerdì registriamo feriti e vittime, anche tra gli operatori sanitari e dell’ informazione. Il 70% dei feriti è colpito agli arti inferiori e ha bisogno di protesi per poter deambulare, visto che la maggioranza ha gli arti amputati e ha difficoltà a ricevere cure sia in ospedale che di assistenza domiciliare. Data la mancanza di tutto: medicinali, protesi, mezzi di trasporto, chirurghi,infermieri,fisioterapisti, strumenti chirurgici , sale operatorie e assistenza domiciliare, come ci riferisce di continuo il Dr.Mahmoud Abu Saleh, medico chirurgo a Gaza”.
“Speriamo davvero – prosegue Aodi – che si possa raggiungere al piu’ presto una soluzione capace di porre fine alla sofferenza del popolo palestinese e di Gaza: sofferenza che colpisce gravemente anche le donne e i bambini. Lanciamo quindi un appello al Governo italiano e all’ Unione Europea, perchè si attivino per raggiungere al piu’ presto quest’obbiettivo: a maggior ragione ora, dopo l’ultima seduta ONU dedicata a questo problema, e le discussioni su come attivare un corridoio umanitario e sanitario urgente per Gaza; vogliamo fatti, e non parole. La gente del posto è esasperata per tante promesse fatte, e mai mantenute”.

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