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Gianni Rodari

Iran: continuano le manifestazioni ad Abadan

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I manifestanti: Mentono dicendo che l’America è il nostro nemico

Dopo una settimana le manifestazioni di rabbia non si sono placate nella città di Abadan, nel sud-ovest dell’Iran, sullo sfondo di decine di morti dovute al crollo di un edificio commerciale in costruzione nella città.

Le proteste sono passate dalla richiesta di responsabilità per la tragedia del crollo di un palazzo alla diffusione di slogan politici, come “Go Khamenei e Raisi”, in riferimento al leader supremo iraniano, Ali Khamenei, e al presidente Ibrahim Raisi.

Nuovi cortei si sono registrati lunedì sera e martedì 31 maggio anche in altre città iraniane, poiché molte aree si sono mobilitate in solidarietà con Abadan.

Nel Bushire (sud), molti manifestanti hanno scandito slogan in solidarietà con Abadan, dicendo: “Mentono quando dicono che l’America è il nostro nemico, il nemico è qui”.

Mentre le grida si alzavano a Naziabad con lo slogan: “Morte a Khamenei”. Inoltre, molti manifestanti nella città curda di Kermanshah, hanno espresso solidarietà con Abadan.

Ad Abadan, una città che sta ancora raccogliendo i resti dei suoi cittadini che sono stati sepolti tra le macerie dell’edificio crollato, i manifestanti hanno sfidato la sicurezza e i gas lacrimogeni.

Le autorità iraniane si sono mobilitate nei giorni scorsi, hanno interrotto Internet in alcune città e hanno minacciato di perseguire i manifestanti, temendo il ritorno dello spettro delle proteste per il carburante che hanno travolto il Paese nel 2019.

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